I 60 versetti per organo di B. Pasquini

È comparsa di recente una pubblicazione significativa per la riflessione sull'opera organistica zipoliana. Si tratta di una raccolta di 60 versetti per organo di B. Pasquini: Bernardo Pasquini, Opere per tastiera - vol. I (Bologna, Bibl. St. Teol. S. Antonio), Introduzione e Pastorale, Sessanta Versetti, a c. di Francesco Cera, Andromeda Editrice, Colledara (TE) 2000, collana "Tastature" n. 2.

Ciò che è significativo è che fino ad oggi il genere "versetto" non era attestato in Pasquini, se non nella forma di semplici versetti con basso cifrato. Purtroppo la fonte (un ms. conservato nella biblioteca dello Studio Teologico S. Antonio di Bologna) non ha conservato la disposizione originaria della raccolta, ed è probabilmente una antologia. Solo i versetti nn. 34-42 dell'edizione (erroneamente indicati come 35-43 nella nota 7 dell'introduzione di F. Cera) potrebbero rispecchiare l'ordine originario. Il primo e l'ultimo sono in stile di toccata, gli altri fugati. Forse sono stati composti per il Gloria della Missa Cunctipotens, che è appunto nel 4.o tono.

I 60 versetti sono in prevalenza in stile fugato, ma ve ne sono alcuni di andamento toccatistico, così come accade per Zipoli. Rispetto a Zipoli, Pasquini è per lo più maggiormente sintetico. Dal punto di vista del materiale tematico non mi pare vi siano particolari contatti. Quello che risalta nella raccolta di Pasquini è il nitore dello stile, dote essenziale in un genere quale quello del versetto, che deve dispiegare un suo discorso compiuto nell'ambito di poche battute. Si veda al proposito l'interessante testimonianza sull'uso dei versetti a Roma del frate domenicano francese J.-B. Labat, che soggiornò a Roma nel 1709. Egli loda la maestria degli organisti italiani, i quali "senza impiegare più tempo a suonare un versetto di quanto il coro non ne impieghi a cantare, fanno brillare la bellezza della loro composizione e la squisitezza della loro arte" (citato nell'introduzione di F. Cera, nota 5).

Una lezione che Zipoli dimostra di aver assimilato nei suoi versetti. Si conferma ancora una volta l'importante influsso di Pasquini sulle Sonate zipoliane. Ma anche nel confronto fra i versetti organistici dei due compositori toscani, risalta bene la peculiarità dello stile di Zipoli e la sua forza comunicativa.

Marco Pratesi, 5.4.2001