Delle offese a vendicarmi, cantata per soprano e basso continuo (Deutsche Staatsbibliothek, Berlin)

1. Aria

Delle offese a vendicarmi
Chiamo all'armi
Voi tiranni miei pensieri.

Esser miei più non potete
Se non siete
Di giust'ira armati arcieri.

2. Recitativo

Ma che giova al mio mal l'aspro furore della mente agitata?
Da Tarquinio oltraggiata del più fido onor mio,
L'antica luce estinguer sol potrà con pari sorte
L'ombra del mio onor, l'ombra di morte.
Sì, sì: Lucretia mora. Che se del viver mio
L'onesta face paragon en** addita,
Chi ha perduto l'onor perda la vita.

3. Aria

A morir chi mi condanna
Con sì barbaro destino?
Siete voi, nemiche stelle!

Perché allor con cor tiranno
Non toglieste al dio bambino
Gl'empi dardi e le facelle.

4. Recitativo

Se a vendicar l'offese questo ferro ch'io stringo
A svenar il crudel fiero non giunge,
Sveni quel sen ond'ei prese diletto.
Perché l'indegno oggetto
Col sangue suo non toglie il mio rossore,
Col sangue mio cancellerò l'errore.
Padre sposo da voi in quest'ultimo addio chiedo ristoro
Troppo, troppo mi duol che invendicata io moro

5. Aria

Recidasi, o numi,
Per darmi riposo,
Quel sen che tiranno
L'onor mi rubò.

Così si consumi
Chi verso il mio sposo
Con forza ed inganno
La fede oltraggiò.