ARLEDLER Giovanni, Era un genio musicale quel gesuita delle "Reducciones" in Jesus, settembre 1989, pp. 45-47, testo integrale.

Nel terzo centenario della nascita di Domenico Zipoli, avvenuta il 17 ottobre 1688, la città di Prato ha celebrato in modo solenne uno dei suoi più illustri concittadini. Di particolare importanza si èrivelato un convegno di studi a livello internazionale per fare il punto sulla vita e l'arte del grande organista e compositore, che ha trascorso come religioso gesuita gli ultimi otto anni nelle famose "riduzioni" dell'America meridionale.

L'improvvisa partenza per le missioni della Compagnia di Gesù, dovuta quasi certamente a una vocazione autentica, maturata in un ambiente familiare profondamente religioso, ha contribuito a creare una grossa confusione sui particolari più importanti della biografia di Zipoli, al punto che in più di un recente scritto commemorativo si parla ancora di Nola, come luogo di nascita, e di un lungo soggiorno di studio e di lavoro a Napoli, città probabilmente mai visitata dal nostro musicista.

Quando alla fine degli Anni '30, Francisco Curt Lange iniziò dall'Argentina a interessarsi in modo critico di Domenico Zipoli, c'era ancora incertezza se "el gran compositor y organista" delle "reducciones" fosse lo stesso autore delle Sonate d'intavolatura per organo e cimbalo (Roma 1716), unica opera andata a stampa mentre era in vita, e tale da assicurargli una fama europea, quasi al livello di Gerolamo Frescobaidi e Bernardo Pasquini. Il primo passo di una riscoperta emozionante e che ancora non può considerarsi conclusa, fu nel 1941 l'esame dell'atto di battesimo a Prato. Circa quindici anni dopo, Luigi Ferdinando Tagliavini, studioso, curatore e interprete di Zipoli, rinvenne la seconda parte di un abbozzo manoscritto del celebre padre di Giovanni Battista Martini, una sorta di dizionario biografico musicale. Le poche e non del tutto esatte notizie redatte dal Martini si concludevano con un "in ultimo si fece gesuita". Lange ha verificato con puntiglio se ci fossero casi di omonimia perché gli stessi studiosi gesuiti lo volevano nato a Prado, Nuova Castiglia (Sommervogel), a Rieti (Rivière), a Nola, Napoli (Eitner), ma nulla è mai emerso in proposito. Tra i documenti rinvenuti in seguito, il più significativo è l'elenco di imbarco per le Indie, che si trova a Siviglia, città raggiunta da Domenico per entrare nel noviziato dei Gesuiti. Benché venga nominato "Tipoli" si legge anche "natural de Prato, Obispado de Florencia, 28 anos".

Lo stato attuale delle ricerche consente di indicare con sicurezza i momenti più importanti della vita di Domenico Zipoli. Nato da famiglia contadina, frequentò probabilmente la scuola della cappella del duomo di Prato, che secondo le consuetudini del tempo oltre al canto forniva nozioni di italiano, latino e matematica. La vicinanza con musicisti di un certo valore, come Giovan Francesco Becattelli, spiega come acquisisse una maestria all'organo e apprezzabili doti di compositore che la scuola di norma non dava ad alti livelli. Il 12 settembre 1707 inoltrò al principe di Toscana una supplica per perfezionare i suoi studi in Firenze. Ottenne un aiuto economico per l'attestato che confermava trattarsi "di un giovane studioso, di buono spirito e di buona aspettativa". La riuscita fiorentina fu talmente superlativa che già nella Quaresima dell'anno seguente venne invitato a partecipare alla realizzazione di un oratorio a più mani, Sara in Egitto, assieme ad alcuni dei più illustri compositori del suo tempo, quali Caldara, Gasparini, Alessandro Scarlatti, Veracini e Giovanni Maria Casini.

Nel luglio 1708, quasi ventenne, osa ancora domandare al principe Ferdinando di approfondire i suoi studi per essere nominato organista o maestro di cappella in un'altra città. Viene inviato ad Alessandro Scarlatti, forse a Roma e non a Napoli, ma il rapporto fu breve "per acuta differenza" - come afferma padre Martini, nella sua brevissima biografia - e Domenico è indirizzato prima a Bologna, da padre Lavinio Vannucci, rinomato didatta, e in un secondo tempo, tra la fine del 1709 e il principio del 1710, a Roma presso Bernardo Pasquini, il più eccellente organista del suo tempo, che purtroppo morirà il 21 novembre di quello stesso anno. Pasquini lo introduce nel circolo dell'Arcadia, dove conosce Maria Teresa Strozzi, nobile e letterata, alla quale sembra si debba attribuire il testo della Cantata zipoliana "Dell'offese a vendicarmi".

Nel corso del convegno, tenutosi a Prato dal 30 settembre al 2 ottobre scorso, Eleonora Simi Bonini ha fornito qualche documentazione inedita sulla presenza di Domenico Zipoli nella capitale. Le scritture di alcuni servizi presso chiese romane, che precisano il suo ruolo di esecutore e non di compositore (per i Vespri e Messa delle quaranta ore) e l'attestazione di una dimora in vicolo Alibert, assieme al fratello Giuseppe, cameriere presso Filippo Baldocci. Già noti invece date e luoghi di esecuzione di due importanti oratori di Zipoli, la cui musica finora non è stata rinvenuta, e cioè Sant'Antonio di Padova (Chiesa Nuova, Quaresima 1712) e Santa Caterina Vergine e Martire (San Girolamo della Carità, Domenica delle Palme, 25 marzo 1714).

La fama di Domenico Zipoli nei secoli successivi doveva essere assicurata - come abbiamo detto - dalla stampa delle Sonate d'intavolatura per organo e cimbalo che l'autore curò poco prima di partire per le missioni. Nel linguaggio cerimonioso e forbito del tempo l"'opera prima" è dedicata "a Maria Teresa Strozzi principessa di Forano", sua indiscutibile protettrice, e contiene, sempre sul frontespizio, il titolo di merito che Zipoli sceglie per sé "organista della Chiesa del Gesù di Roma" e che è per noi l'unico indizio certo di un rapporto con i religiosi tra i quali si sarebbe venuto presto a trovare. Dal punto di vista spirituale e morale, Domenico doveva essere irreprensibile, secondo i continui attestati di merito da parte di principi e musicisti, e la sua vocazione non trattarsi di un caso per la stima goduta come sacerdoti da due suoi fratelli, Giovan Battista e Anton Francesco. Considerato il tempo limitato con cui speditamente concluse il suo noviziato e la sua formazione da gesuita, bisogna presupporre che l'organista del Gesù abbia seriamente iniziato a impostare la sua vita religiosa negli ultimi mesi trascorsi a Roma. La propaganda in tutta Europa che i legati della Provincia del Paraguay (un territorio ben più esteso dello Stato attuale, comprendente una trentina di "reducciones" per gli indios guaranì, moxos, abipones, chiquitos...) compivano di frequente per arruolare nuove forze a un'impresa difficile ma entusiasmante, dovette senz'altro influenzare Zipoli.

Entrato nel noviziato di Siviglia il 1 giugno 1716, attese il 5 aprile dell'anno successivo per salpare da Cadice alla volta del Rio de la Plata. Dopo circa tre mesi di viaggio, conclusosi passando attraverso una violenta tempesta, giunse con 54 compagni nella rada di Buenos Aires.

Tra studi di filosofia e teologia, l'impegno di maestro di cappella al Collegio maggiore dei Gesuiti a Cordoba, Domenico Zipoli trascorse poco più di sette anni, venendo a morire per improvvisa e maligna "consunzione" il 2 gennaio 1726. Non poté essere ordinato sacerdote perché il vescovo mancava da più di un anno dalla diocesi e il suo successore tardò nel sostituirlo.

Nel necrologio - assieme ad altri tratti interessanti della sua personalita - si può leggere: "[...J Il suo sguardo denotava sempre un atteggiamento castissimo: a malapena si alzava ad osservare il volto di un uomo, molto meno quello di una donna... Nel parlare, si riferiva unicamente a problemi religiosi, e i compagni che lo ascoltavano pendevano dalle sue labbra". Perdonando un poco il genere letterario che ricorda il ritratto di giovani santi gesuiti, come Luigi Gonzaga, crediamo alla sostanza della testimonianza, così come crediamo a padre Pedro Lozano a proposito dell'attività musicale di Domenico a Cordoba: "Con estrema sollecitudine fece in modo che le feste si celebrassero con accompagnamenti musicali, sia religiosi sia di intrattenimento, con incredibile soddisfazione, tanto degli spagnoli quanto dei neofiti... Esaltata dal piacere di ascoltarlo, una folla immensa riempì la nostra chiesa in tutte le festività solenni".

La totalità della musica composta da Zipoli in Argentina si credeva del tutto perduta quando, nel giugno 1957, Tagliavini presentava l'edizione critica delle Sonate d'intavolatura. Oggi, grazie al duro lavoro di una pattuglia di ricercatori, gli archivi delle missioni gesuitiche rivelano tesori inaspettati a documentare l'importanza della musica nelle riduzioni, che anche il famoso film Mission sottolinea. Oltre a Domenico Zipoli, i Gesuiti possono contare su un numero di musicisti di grande valore, dal belga Jean Vaisseau, agli inizi del 1600, fino al tirolese Sepp von Rechegg e all'austriaco Florian Paucke, prima dell'espulsione della Compagnia di Gesù nel 1767.

In uno stato di conservazione comprensibilmente non buono, tra migliaia di fogli di musica, si possono attribuire a Zipoli un Tantum Ergo, una Litania, un Te Deum, Vespri e forse due Messe, oltre quella in fa maggiore, che vanta più di un'incisione in America latina. Dal convegno di Prato è emerso che il lavoro critico è ancora molto lungo e forse neanche il prossimo appuntamento in Argentina nel 1991 potrà pervenire a conclusioni definitive.

In questa situazione, sicuramente buona ma ancora molto fluida, è comprensibile come nella ricorrenza del 1988 le iniziative editoriali abbiano riguardato prevalentemente le eleganti e rinomatissime Sonate d'intavolatura per organo e cimbalo. L'etichetta Excelsa Musica ha riproposto una nuova edizione completa in 2 compat disc nell'esecuzione di Cesare Teghillo, mentre le Edizioni Carrara hanno affidato a Luigi Benedetti una versione a stampa della prima parte organistica, ordinando i brani secondo il carattere delle composizioni.